L’amore tra Gianni Lambruschi e Ragusa non è mai finito. Arrivò per la prima volta nell’Isola a fine giugno 1990. «Mi interessava scoprire la Sicilia, non c’ero mai stato; mi aspetto di poter fare bene il mio mestiere e ho scelto Ragusa perché mi sembra un luogo ideale» furono le sue prime parole da allenatore della Virtus maschile. Tre anni dopo, con la squadra lanciata verso una promozione, sfumata solo ai play-off, si caricò sulle spalle oneri e onori: «Sono convinto che le responsabilità bisogna avere il coraggio di assumersele, altrimenti è meglio cercare un altro lavoro».

Lambruschi avrebbe guidato in due periodi i biancazzurri, per sette stagioni, conquistando nel 1998 la prima promozione in Serie A2 della storia ragusana. Si dimise a novembre 1999, dopo una pesante sconfitta ad Avellino, lasciando con una massima cinese: «Se fai un nodo devi saperlo sciogliere». Nella sua città ideale, il nodo era diventato troppo stretto, ma con il suo sostituto, Giancarlo Sacco, comunque si salvò la categoria.

Canturino, nato nel 1953, Lambruschi ha fatto di tutto da allenatore ed è stato insignito del titolo di “benemerito d’eccellenza”. Inizia negli anni settanta nella vicina Como, nel settore giovanile femminile nerostellato della Ginnastica 1872, con cui ha vinto uno scudetto senior nel 2003-’04. Questo è stato il trampolino verso la Nazionale: tre anni, trentatré gare, un Europeo in casa chiuso troppo presto, in cui ha lanciato da titolare la 19enne Giorgia Sottana. In quel periodo guida anche il miglior Ribera, che sfiora i play-off scudetto in A1 e schiera Chicca Macchi.

A parte Ragusa, nella maschile Lambruschi ha girato in lungo e in largo. A Cantù è stato a lungo responsabile del settore giovanile. Ha girato l’Italia: in B d’Eccellenza è stato a Livorno (con una promozione in A2), Vigevano, Riva del Garda e Firenze; viene da un biennio da vice allenatore a Lugano, in Svizzera.

Torna in due occasioni in Sicilia, a inizio anni duemila: in B d’Eccellenza a Trapani e in Legadue a Capo d’Orlando, ma entrambe le esperienze si chiudono con l’esonero. Era dunque Ragusa la città nel destino di Lambruschi, non solo la città ideale.

Assente dalla femminile dal 2007, il tecnico lombardo dovrà raccogliere la grande eredità di Nino Molino e avrà un solo obiettivo: il tricolore. Lambruschi dovrà riadattarsi in fretta ai grandi palcoscenici e l’impegno sarà di portare la sua squadra di stelle al 100% alla fase dei play-off. Nove partite mancano alla conclusione della stagione regolare: sarà dall’11 aprile in poi che tutto si deciderà. Schio e Lucca sono avvisate…

da La Sicilia, p. 22